Lunga vita a Lady Blues!

MANUTENZIONE ORDINARIA, QUALCHE RITOCCO E OGNI TANTO UNA PICCOLA PERSONALIZZAZIONE

Dopo che è sfumata l'opportunità di passare qualche giorno in mare per le festività pasquali, causa maltempo, per Lady Blues e il suo equipaggio si è concretizzata l'opportunità di una mini-crociera in occasione del ghiotto ponte del 25 aprile! (Diario di bordo presto on-line su questo blog...)
Inevitabile a quel punto dedicarle un pò di attenzione, per mantenerla semrpe in perfetta forma, sia con l'ordinaria manutenzione, che con qualche piccolo intervento extra di riparazione, senza trascurare le inevitabili piccole personalizzazioni che via via il vivere a bordo ci suggerisce.

Per prima cosa, è stata l'ora del tagliando annuale: anche se le ore di motore sono state scarse la scorsa stagione, con solo una settimana di ferie e nessun bighellonaggio a Capodanno, mi sono imposto la regola di non trascurarlo.


Sono quindi intervenuto nell'ordine su:

  1. lavaggio della sezione "acqua di mare" del circuito di raffreddamento, smontando il tubo dal portagomma a scafo e pescando acqua dolce corrente, direttamente da un secchio. Una buona mezz'ora di motore, a vari regimi, anche a marcia innestata, per scaldare bene il motore e sciogliere ogni residuo salino all'interno dello scambiatore. Prima di spegnere il motore, ho fatto "bere" al circuito 3 litri di aceto. Una notte per lasciare agire lo stesso disincrostando il lato "mare" dello scambiatore, quindi ancora abbondante risciacquo facendo girare il motore con acqua dolce in aspirazione, per eliminare ogni traccia di aceto dai condotti.
  2. Con l'acqua dolce nei condotti, è stato il momento giusto per sostituire la girante dell'acqua di mare di raffreddamento.
  3. Sostituzione olio e filtro olio motore, previo riscaldamento e totale estrazione del vecchio (devo dire che in questo il Volvo MD2020D attuale, permette un cambio reale fino all'ultima goccia, molto più del precedente 2002, anche dopo ore ed ore di uso, l'olio nuovo rimane sempre perfettamente trasparente, segno che del vecchio residuato nerastro, non c'era proprio traccia!). 
  4. Poi sostituzione del prefiltro del decantatore del gasolio, sulla linea di alimentazione, con totale svuotamento e pulizia dello stesso.
  5. Quindi è stato il turno della sostituzione del filtro gasolio, a cui è seguito uno spurgo abbastanza ostico, ma comunque alla fine ben riuscito.
  6. A questo punto, pulizia del lato "interno", dolce, del circuito di raffreddamento.


     Un'impresa lunga, sfiancante, perchè avevo già constatato il primo anno che purtroppo questo intervento, delegato ad un meccanico fraudolento e non eseguito di persona (come invece puntualmente fatto di persona dal rpecedente prorpietario della barca, Roberto), non era MAI stato eseguito! Tappo di scarico mai toccato con una chiave, intonso, senza il minimo graffio e ben bloccato nella propria sede, col liquido interno ridotto ad una melma marrone... Nonostante il cambio che ho immediatamente fatto dopo l'acquisto, un paio di anni fa, anche questa volta la situazione era disastrosa: tappo semi-bloccato e liquido mal messo, rossiccio (in origine verde intenso...), ricco di residui di ossido di ghisa. Ho deciso quindi per un intervento ancora più radicale, non solo lo scarico e lavaggio del liquido dal motore, ma anche la separazione, scarico totale e accurato lavaggio della sezione esterna del boiler, collegato al motore stesso. Per ogni sezione, almeno una dozzina di riempimenti e scarichi con acqua dolce ben calda, per asportare ogni residuo, finchè, non ne ritornava acqua perfettamente pulita:


    quindi, non contento, ho riassemblato i tubi del boiler, ho fatto 3 o 4 carichi dell'intero impianto con acqua dolce, ogni volta richiudendo e facendo girare per alcuni minuti il motore acceso, per far circolare bene l'acqua, prima di scaricare di nuovo tutto. Come ultimo punto, lavaggio, carico, motore acceso e scarico, con liquido di raffreddamento, per asportare tutta l'acqua precedente ed evitare diluizioni incontrollate del fluido di raffreddamento. Lo so, un lavoro forse eccessivo, maniacale, ma che alla fine mi ha garantito l'assoluta certezza di avere il circuito di raffreddamento in perfetta forma! Conferma poi avuta ammirando i tubi dello scambiatore dal tappo di carico: in precedenza ricoperti da un abbondante strato di melma rossastra, gelatinosi, opachi, li ho ritrovati alla fine col loro bell'aspetto metallico e ben pulito, anche senza aver smontato il fascio tubiero! :) Job done!
  7. A questo punto, la sostituzione della cinghia è stato un giochetto da ragazzi, con l'unica accortezza di verificare la coppia di serravvio del vitone principale alla coppia consigliata di 50 Nm...
  8. Verifica livello e stato dell'olio nella trasmissione sail drive: livello perfetto, appena sotto il massimo e olio limpido e strasparente!
  9. Come teorico ultimo passo, spruzzata abbondante di CRC 6-66 all over the engine! Evitando solo condotti di gomma e guarnizione sail drive. Un bel pò di spray profumato, protettivo, antiruggine, che oltre a proteggere effettivamente il motore, lo mantiene pulito (si indentificano subito eventuali trafilaggi & Co.) e gli dona un aspetto esemplare ;) Tutto regolare, non fosse che, una volta arrivato dalle parti della trasmissione, mentre stavo attento a non contaminare d'olio la membrana del sail drive, mi sono accorto di un fatto che, ammetto, mi ha un pò raggelato... ho trovato TUTTE le viti della ghiera che fissa la membrana allo scafo, leggermente allentate! Una addirittura, sollevata di qualche mm, con la rondella che aveva gioco libero!!! Ne è nato l'ultimo, banale ma fondamentale intervento...
  10. Serraggio delle viti della ghiera del sail drive, a croce e alla coppia consigliata da Volvo Penta di 20 Nm (santa chiave dinamometrica che avevo con me per il serraggio dei dadi dell'alternatore...).
Alla fine, tirato un sospiro di sollievo, tanto per la fine dei lavori, quanto per l'aver per fortuna individuato quelle maledettissime viti allentate (credo sia chiara quale conseguenza avrebbe portato l'affrontare magari una bella vacanza estiva, piena di smotorate e vibrazioni sulla trasmissione... da brividi!), non è restato che ammirare il piccolo ma infaticabile diesel risplendere letteralmente, pronto a macinare nuove centinaia di miglia.

 
 Successivamente, in crociera e in occasione di un'immersione, ne ho approfittato per l'usuale controllo della carena, leggera pulizia della linea di galleggiamento e del timone. Entriamo nel terzo anno, ma il carenaggio fatto in proprio con vernice NON diluita e applicata abbondante - 2 mani generalizzate e 3 su linea di galleggiamento, prua, fronte pinna e timone -  sta dando i suoi frutti).
Sempre in apnea è seguita la pulizia dell'elica (incredibilmente, 3 facce delle due pale erano ancora perfette, una sola appena incrostata!), lo sblocco dell'elichetta log e sopratutto la sostituzione dello zinco sulla pinna in ghisa, abbastanza mal messo.

A terra, giusto poco prima della partenza per la mini-crociera del 25 aprile, ci siamo dedicati al lavaggio della randa (il genoa, usato pochissimo, era nel sacco già ben pulito e ha sostituito da poco il fiocchetto "da Corsica").
Detersivo liquido nautico, ma molto diulito per non intaccare l'apprettatura del dacron, che nonostante i molti anni è ancora in discreta forma, anche grazie alle stecche lunghe che evitano fileggiamenti dannosi alla vela. Per lo stesso motivo, spazzola non morbida, ma morbidissima e con gli apici delle setole ulteriormente ammorbiditi e sfrangiati. Così, non riusciremo di certo a rimuovere macchie profonde, ma ad un aspetto lindo e tessuto rovinato, o qualche alone residuo e dacron trattato coi guanti, preferisco senza dubbio la seconda opzione! Il lavaggio, più che estetico, ha lo scopo "curativo" di togliere residui di sale e accumuli di sabbia, visto che ultimamente, il lazy bag rotto, in più punti, ha lasciato filtrare sulla randa la maledettissima sabbia portata dallo scirocco e dalle sue piogge rosse malefiche. Ultima accortezza, lavorando in coordinamento con Ombretta, ad una bella insaponata e spazzolata, è subito seguito un immediato ed abbondantissimo risciacquo, sempre per evitare di aggredire eccessivamente il tessuto con il detergente.
Alla fine, il risultato estetico è stato anche superiore alle aspettative: randa dissalata, desabbiata e pure quasi candida. :)


 Giusto poco prima dell'arrivo di un bello scroscio temporalesco, c'è stato il tempo di issarla, farla asciugare per bene, riarmare le borose e rimontare il lazy bag, precedentemente riparato a casa, rinforzato con 6 toppe in corrispondenza di punti di sfregamento con le cimette del lazy jack e a cui abbiamo rifatto alcune cuciture saltate agli angoli e sulle cerniere e cambiato le fettucce dei tiranti sulle stecche. Per l'occasione le stecche erano state smontate e riverniciate con epossidica per evitare le dolorose schegge nelle mani che rimediavamo ogni volta che lo si apriva e chiudeva, a causa dell'invecchiamento superficiale della vtr.


Ultimo tocco, l'aggiunta di un appendiabiti in bagno, scovato sul sito www.miniinthebox.com da cui già mi rifornisco di lampadine led, con barra inox, tanti ganci e sopratutto due belle ventose potentissime:


Si è già rivelato utilissimo, oltre che per gli accappatoi anche per accogliere l'abbondante attrezzatura da apnea, per asciugarla quando fuori piove (come purtroppo ha fatto abbondantemente in questo periodo...). Nessun buco, nessun intervento sulla vrt del controstampo del bagno ma in ogni caso l'attrezzo con le sue grosse ventose a blocco meccanico, ha una tenuta davvero sorprendente! Utili anche i ganci mobili e liberi di ruotare: anche se già posti in alto non creano intralcio, sono un'ulteriore sicurezza muovendosi nel locale toilette con magari la barca che rolla in rada, senza la paura di agganciarsi o peggio farsi male, rovinandoci contro.

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