E dopo l'Asinara, eccoci a Porto Torres e alla Pelosa!
Seconda Parte
E' la mattina di venerdì 6 agosto quando decidiamo di lasciare la boa a Cala del Bianco e chiudere la nostra visita all'Asinara, coi suoi splendori emersi e deserti immersi. Le previsioni non son certo di bonaccia e visto lo scherzetto già subito nella traversata tra Corsica e Sardegna, quando i 10-16 nodi previsti si son tramutati in 25-30, non siamo poi certi dei 20-25 di maestrale che ci dovrebbero attendere... In ogni caso, visto che la meta è Porto Torres, il percorso sarà breve e sempre ridossato dalla penisola di Stintino. Quanto meno sarà solo vento, mare formato non lo troveremo certo. La scorta d'acqua poi è ai minimi, nonostante le gentili donazioni di White Passion ed Archimede. Quindi ok, si parte!
Come immaginavo, il vento non si fa attendere, il trasferimento avviene inizialmente con un gagliardo traversone che vista la sovrainvelatura di Moby Dick ci costringe anche a prender una mano alla randa. E già ce n'è per divertirsi e filar decisi. Preferisco infatti rinunciare alla rotta diretta su Porto Torres, che ci metterebbe il vento al gran lasco se non proprio in poppa. Il tempo non ci fa difetto, meglio seguire la costa, star ridossati (meno onde) e godersi una bella veleggiata come si deve al traverso. Solo all'altezza di Stintino piegiamo un pò ad est, per metter la prua dritta su Porto Torres. Come previsto, man mano che ci allontaniamo dal ridosso, si forma una scomoda onda bassa ma ripida, in piena poppa e il vento segue a ruota... :-( All'altezza di Porto Torres le raffiche sono a dir poco fastidiose, ma i bacini del porto sono ampi e la manovrabilità non fa difetto alla nostra prode barchetta che si destreggia tra pescherecci e banchine in maniera impeccabile.