Montaggio (provvisorio?!?) e test del pannello fotovoltaico

Alla ricerca di sempre maggior autonomia elettrica, vista la nostra passione per le rade e l'allergia ai porti, durante le ferie, l'installazione di un pannello fotovoltaico era inevitabile, prima o poi. Ecco l'inizio dell'avventura!

Ho già scritto qualcosa circa la necessità di aumentare l'autonomia elettrica di Lady Blues, dall'installazione dei led in ogni plafoniera al montaggio di un Battery Monitor, all'ottimizzazione dell'alternatore di serie. La logica che mi sono imposto è stata quella di ottimizzare prima le fonti di ricarica esistenti, per poi un domani aggiungerne di nuove, calibrando sempre il tutto sulla relatà di un 10m e sulla sempre pressante necessità di limitare le spese.

Proprio quest'ultimo dictat ha sempre posticipato l'acquisto di un pannello fotovoltaico, finchè Fabio, amico e vicino di banchina, ha scovato in un negozio di caravan una ghiotta occasione: uno stock di pannelli Inovtech rigidi da 100W in silicio monocristallino, davvero molto ben rifiniti, compresi di regolatore (standard, non MPPT), 8 metri di robusto e ben dimensionato cavo, ben isolato con guaina siliconica, al prezzo per me ottimo di 140€. 


E' vero, un modello rigido vuol dire peso assai superiore a quello dei moderni, leggeri - ma anche assai più costosi - semiflessibili e in questo caso efficienza inferiore causa il regolatore standard (un domani sempre sostituibile). Il tutto però si è reso disponibile ad un prezzo davvero speciale! Consulto con Ombretta e decisione presa, ordiniamo il pannello a Fabio, penseremo poi come e dove montarlo!

Escludo subito il montaggio su rollbar a poppa, principalmente per motivi economici: anche studiando un doppio arco minimalista, il costo tra inox e fabbro sarebbe stato insostenibile per il periodo. Probabilmente in futuro si potrebbe rivalutare questa opione, la migliore per la resa del pannello ma che comunque non mi esalta dal punto di vista estetico (l'arco dovrebbe essere alto tanto da non intralciare il passaggio frequente a poppa agli 1,85 m del sottoscritto...) che tecnico (timore che una struttura con un bel alettone del genere a poppa crei troppa presa al vento nelle manovre, già non agilissime in porto. In entrambi i casi, c'è da tener conto che parliamo di un 10 m, non di una barca ben più grossa, su cui entrambi i difetti perderebbero peso.

Escludo anche il montaggio sulle draglie, visto su diverse barche e utilizzato in passato proprio su Lady Blues da Roberto. Di questa soluzione non mi convince assolutamente il rischio di rompere il pannello se lasciato in sede, in caso di urto laterale con altre imbarcazioni (è vero che in ferie non siamo quasi mai in porto, ma non son mancate le barcacce che arando o sbagliando ancoraggio ci son finite lungo la fiancata!). O in alternativa, quello di doverlo montare e smontare ogni volta, gironzolando con 8 kg di un ampio pannello in mano, tra gli stretti passaggi del pozzetto e il bel mogano degli interni. Ancor di più, non voglio caricare i candelieri di 8 kg, continuamente appesi, dondolanti notte e giorno! Ci pensano già i vicini di banchina di una barca charter a strattonarli e sinceramente, il lavoro di smontare, pulire, risigillare e stringere tutte le basette in falchetta, è stato sfibrante... Vorrei possibilmente non doverlo più rifare, senza rischiare le vecchie infiltrazioni di acqua dolce e salata dietro i portaoggetti!

In pochissimo tempo arrivo quindi alla decisione di montare il pannello "provvisoriamente" sulla tuga, sotto il boma e davanti allo sprayhood.
Lo so, in tantissimi subito obietteranno che quello è il posto peggiore dove montarlo, per il crollo dell'efficienza di tutte le celle, se anche una sola fosse ombreggiata dal boma. E vista la posizione...
In effetti li il pannello prende sole pieno solo la mattina e il pomeriggio, quando l'angolazione fa diminuire il rendimento. Attorno a mezzogiorno, con raggi ben verticali, arriva l'ombra del boma a far crollare la resa..
Però... quel poco che fornirà di carica, sarà comunque meglio di nulla e sopratutto sarà ottenuto in maniera semplice e a dir poco economica.

Per l'installazione, ho sfruttato una presa volante Bulgin già montata davanti alla tagliola da Roberto e la predisposizione fatta da lui per due interruttori, che ho collegato tra la presa del pannello e il regolatore di tensione e tra il regolatore di tensione e la batteria servizi. Cavi sovradimensionati, faston, occhielli e pinza, in poco tempo il tutto è stato messo in opera per la prova, appoggiato ai tientibene in acciaio della tuga.


Devo dire che il successivo test di carica è risultato "meno peggio" del previsto. Sole di metà pomeriggio, molto incerto per parecchie nuvole e cielo generalmente velato, ombra del boma presente sul lato destro del pannello:


ma nonostante questo la carica si è attestata dai 2 ai 2,5A! :)



Successivamente il pannello è stato fissato ai tubolari, grazie ai suoi pedini in alluminio, con 4 basi ricavate da ritagli di compensato marino. 4 portafascette e 4 fascette "extra" assicurano il fissaggio, eventualmente rimovibile a fine stagione. In questa maniera lascia agibili i tientibene e rimane sollevato anche rispetto al rilievo sotto cui scorre il tambuccio. Importante: in quella posizione è ben riparato anche dal boma, che non potrà mai cadergli sopra, anche a capottina ritratta.



 Il successivo, breve test durante i 5 giorni a Port Cros e la settimana in Corsica (prossimamente i racconti su questi schermi), hanno mostrato l'attesa carica limitata (a mezzogiorno, con l'ombra del boma più marcata ed invasiva, crolla a 0,8A, rispetto agli altrimenti accettabili 2-2,6A che si ottengono in condizioni migliori) ma più che altro, inaspettatamente, il crollo nella capacità di erogare corrente delle batterie servizi! Le due Crown Deep Cycle da 104 Ah l'una e con solo 3 anni all'attivo, dopo solo una quarantina di Ah di scarica netta mostrati dal NASA BM1, crollano sotto i 12V...

Urgono ulteriori controlli sulle singole batterie e, manco a dirlo, l'ottimizzazione dell'impianto elettrico vedrà inevitabilmente altre puntate!




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