Lérins, Sainte MArguerute e Rientro, 22 e 23 Agosto
22 agosto
Dopo Saint Honorat, è il momento di visitare Sainte Marguerite! Lasciamo Lady Blues e Zarina tranquille all'ancora ed attraversiamo il canale col tenderino.
Via a scarpinare per sterrati, sempre rigorosamente in infradito! Da vedere assolutamente lo stagno di Batéguier, le coste davvero bellissime, con scorci da cartolina, i boschi maestori, la macchia, il Fort Royal con la cinta muraria estesissima. Non è mancato l'incontro felino per tradire la nostra miciotta sola ed abbandonata...
Dopo l'ampia scarpinata, bagno spettacolare in un angolo paradisiaco del canale, dove l'acqua cristallina e la sabbia chiarissima creano colori e riflessi ammalianti!
Nel pomeriggio arriva invece il momento dell'attività apneistica: col tenderino raggiungiamo alcuni scogli affiornati oltre l'isolotto di Saint-Ferréol. Ombretta si dedica alla caccia fotografica, io Mr Iron in pugno, alla ricerca dei dentici!
E subito, dal primo tuffo, su una bella caduta che da roccia passa alla posidonia, alternata a rari massi, sui 12 m avvisto il primo branco. Piccoli, troppo, cerco di portarli a tiro per "allenamento" ma senza voler affatto sparare. Mi sposto un pò fuori e riprovo sui 14 mt. Stesso risultato. Non fosse che tra i denticiotti piccini arriva una bella orata! Ma è molto timorosa. Provo a nascondermi e riapparire, facendo "il polpo" ma non riesco a farla avvicinare più di tanto. Lei accenna ad allontanarsi e a quel punto provo il tiro della disperazione... inevitabile padella! Scendo sui 15-16 mt ma a quel punto, la caldissima acqua precedente, di colpo si fa fresca e non vedo muoversi più nulla. Risalgo a quote più "calde" ma trovo solo saraghid a lasciar crescere e salpe. Solo ad un certo punto, nascosto da sotto una roccia, mi sfugge via a velocità curvatura un cefalo discreto. Anche questa pescata quasi serale è destinata a concludersi con un cappotto... :-( Avrà più fortuna Ombretta, che riesce a catturare bellissime immagini con la sua Nikon compatta scafandrata. Gran consolazione, come già notato ieri notte, l'acqua: il mitico Suunto mi mostra la spaziale temperatura di ben 27°! Stare a mollo finalmente è diventato un piacere, non una tortura... peccato sia l'ultimo giorno di crociera, domani saremo purtroppo di nuovo ad Aregai... Raggiungo Ombretta, qualche foto di rito assieme e rientriamo in barca per il rito dell'aperitivo e di una gustosissima cena a base di breasola.
E' un pò presto, rispetto al solito, ma vogliamo cenar con calma un pò prima, per partire con ancora un filo di luce. Al tramonto chiudiamo il nostro adorato tendalino protettivo (lo apprezziamo tanto per l'umidità notturna che per il sole di giorno), check della barca, su l'ancora e molto ma molto malvolentieri accendiamo il motore e salpiamo l'ancora. Sfiliamo all'uscita Est del canale tra le isole proprio con gli ultimi aranciati riverberi, l'aria immobile, il mare piatto, le luci delle mede che si riflettono sulla sua superficie immobile.
Comincia la tratta di rientro, dopo cap D'Antibes una rotta dritta su Aregai. Scarsità di vento, per quel poco, sempre (l'areste mai detto?!?) sul muso. Tre sole distrazioni: un "segnale" di rete, senza alcuna luce, mi passa poco di lato, schivato per caso e solo per un soffio (fosse finito nell'elica!!!), un probabile delfino nella baia di Nizza decide di attentare alle mie coronarie, saltando quasi attaccato al pozzetto, creando un tonfo che momenti mi fa morir dallo spavento! Poi, dal baione di Nizza a cap ferrat, un accenno di tramontana al traverso. E' il mio turno e gioco un pò con le vele, arrivando ad abbassare parecchio i giri motore, senza però poterlo mai spegnere del tutto. Quando il vento potrebbe esser utile a veleggiare per intensità, Murphy vuole che si piazzi di bolina prima stretta, poi strettissima. Io sono in quadrato a riposare, per il turno di Ombretta di guardia in pozzetto, mentre sento i tonfi della prua sull'onda corta. Crollod al sonno appena la bolina si fa meno rognosa...
23 agosto
L'alba ci vede all'altezza di Arma di Taggia, circondati da vari pescherecci. Ma in Italia non era in vigore il fermo biologico di due mesi, dal primo d'agosto a fine dicembre?!? Misteri italioti e magie di una lobby tanto dannosa quanto potente, cieca, becera e scriteriata...
Entriamo ad Aregai con un sole basso ma che già scalda a dismisura: saranno i prossimi i giorni dei record di caldo. Passarli in porto sarà un supplizio. Non fosse che Lady Blues è ottimamente coibentata (strano, un Bavaria ben fatto?!?), ottimamente dotata di oblò apribili e passi d'uomo e che noi abbiamo avuto la giusta intuizione. Pur se stanchi per i turni notturni, dopo una corroborante colazione al bar del porto, passiamo dal magazzino Uship per cercare, e per fortuna trovare, una sacca a vento da applicare alla cuccetta di prua. Sarà il nostro fantastico "condizionatore" ecologico per i prossimi giorni!
Dormita per il resto della mattinata e accurata pulizie degli interni (alla fonda, col vento, l'atmosfera salmastra si deposita su ogni superficie), unita ad un sommario risciacquo dal sale per gli esterni, nel pomeriggio. La sera, Lady Blues è già di nuovo luccicante e profumata.
● Ultimi giorni ad Aregai
Capt. Simon, Ombretta & Zarina
To Be Continued...
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