Vacanze in Sardegna Nord Ovest - 01 => 20 agosto 2010

Ancora 19 Giorni di Ferie: Quest'anno, meta l'Asinara!!!

 Prima Parte

 Facciamo un Passo Indietro: L'Ultima Crociera Estiva Col Nostro Ex Comet 303 "MOBY DICK".

Diciamo subito che quest'anno le classiche tre settimane di ferie ci hanno visto riparare qualche volta in porto. :-( E' stato materialmente impossibile stare sempre in rada come invece abbiamo magicamente fatto nel 2009. In sintesi, il meteo è stato parecchio capriccioso e soprattutto inaffidabile... in navigazione ci siamo beccati un paio di sventolate non previste, i bollettini hanno brutalmente sbagliato intensità e direzione del vento troppo spesso. In generale il clima è stato molto meno piacevole, in certe serate addirittura ben poco estivo, tanto che la maggior parte di cene ed aperitivi, li abbiamo consumati in quadrato, impossibile stare in pozzetto dopo una cert'ora! Diciamo pure che non sembrava proprio di stare ad Agosto in quanto a temperature serali e notturne... d'altronde, dopo i 19 giorni irreali delle ferie 2009, la legge dei grandi numeri ci aveva ben messo in guardia sulla possibilità che le cose questa volta avrebbero potuto essere ben diverse. :-/

Ma veniamo alla cronca della crociera-vacanza...

Quest'anno abbiamo come meta delle ferie l'isola dell'Asinara. Con la nostra piccola Moby Dick dobbiamo sempre metter in conto una velocità di crociera di non più di 5 nodi, tanto a vela quanto a motore. Quindi per poter raggiungerla in tempi adeguati, abbiamo deciso di saltare a piè pari l'atterraggio a Calvi, tra l'altro spesso flagellato dal Libecciu che blocca regolarmente in zona barche ed equipaggi per qualche giorno. Dopo aver escluso il tappone unico Aregai-Porto Pollo, eccessivo per il comfort relativo offerto dal nostro mezzo su così lunghe distanze, abbiamo deciso per la prima sosta nel golfo della Girolata.

L'ormeggio alle boe, tranquillizzante con "quasi" ogni condizione meteo, arrivando da una lunga traversata e la presenza del fantastico e già testato ristorante Le Bon Espoir, non hanno faticato a convincerci. Bisogna però metter in conto almeno un paio d'ore di traversata in più rispetto alla tratta diretta su Calvi. Per questo avevamo deciso di partire nel tardo pomeriggio, avendo anche in programma, per il giorno successivo, una sosta-bagno nella Riserva Naturale della Scandola, visitata già nel 2009, ma senza fermarci.

Ma anche quest'anno, tutti i buoni propositi di arrivare alla partenza con calma e relax, preparando tutto con anticipo, sono stati vanificati dal fato avverso! Se l'anno scorso furono le luci di via, con improvvisa avaria ad averci fatto mollare gli ormeggi alle 23 al posto delle previste ore 18, quest'anno ci si è messo di mezzo il tender: lo srotoliamo in banchina, gonfiamo il tubolare di sinistra, poi quando passiamo al destro noto aggiacciandomi che manca il tappo della valvola! Il cordino di sicurezza si era rotto l'anno prima ma il tappo ero sicuro fosse stato riavvitato al suo posto una volta sgonfiato il tender... ora invece risulta introvabile! Controllo dappertutto, in auto dove l'abbiamo trasportato, in tutti i gavoni e gavoncini della barca, niente, non c'è. Per la cronaca, mesi dopo, anche dopo aver passato al setaccio il garage dove lo inverniamo, questo rognosissimo tappo rimane misteriosamente latitante! Mettendo psicologicamente in conto lo slittare della partenza, corro disperato dagli shipchandler del porto: il primo ovviamente non ha alcun pezzo simile, il secondo presa a cuore la situazione, mi trova un tappo a baionetta completo di valvola della Arimar,  se non proprio identico a quello Bombard, quanto meno simile. Il tutto per di più lodevolmente a prezzo simbolico. Provo il tutto e il tappo adattato, anche se non stabilissimo in sede, sembra fare tenuta... forse forse, anche se con un pò di ritardo, riusciremo a partire... ;-)

Ed infatti alle 19:30 esatte di sabato 31 luglio, usciamo dal marina degli Aregai, con meta il golfo della Girolata! :-D
clikka sulle anteprime x ingrandire le foto (se solo sto cazzutissimo Blogspot le aprisse...)

   


Durante la traversata notturna, quest'anno siamo risuciti a tener quasi sempre aperte le vele, pur col motore in azione. Una leggera brezza miracolosamente ben angolata quasi al traverso-bolina larga, se da una parte non ci ha regalato le mistiche visioni del mare nero vitreo della bonaccia 2009, quanto meno ha permesso di abbassare i giri motore e stabilizzare un pò la barca con le vele. La mitica "cappottona", realizzata mesi prima dalla Veleria Viking dell'ottimo Bruno, esteticamente sovradimensionata, ci ha però garantito un riparo regale nei turni di veglia. Già qualcosa ci fa intuire che quest'anno questa sovrastruttura imponente, si renderà indispensabile...

Ma ecco che la mattina successiva, 1 agosto, in vista della costa corsa, proprio quando la brezza decide di abbonacciare completamente, veniamo raggiunti da un grosso branco di giocosi delfini! Ombretta va letteralmente in tilt dalla felicità, a fatica riesce a scattare qualche foto, mentre io cerco di filmare questi cetacei meravigliosi che ci inseguono, ci superano, roteano e si avvitano sotto la prua di Moby Dick, per poi giocare tra di loro, con impennate, capovolte, rapidissime inversioni. Uno spettacolo unico, indescrivibile se non lo si è visto in prima persona!




E dopo lo spettacolo dei delfini, arriva quello della Riserva della Scandola: ovviamente, essendoci già stati l'anno scorso, ci manca quell'effetto sorpresa che la prima volta ti toglie letteralmente il fiato... però il bello resta bello, il capolavoro creato dalla Natura rimane tale.



Non si può pensare di ancorarsi vicino alla zona di tutela integrale, da punta Palazzu al passaggio di Gargalu, dove so che i fondali sono assolutamente shoccanti per abbondanza assurda di cernioni, dentici immensi e branchi infiniti di enormi corvine... i fondali son troppo ripidi. Decidiamo quindi di "accontentarci di sostare proprio a fianco di Marina d'Elbo, zona di minor tutela, dove l'ancoraggio, anche se vietato dalle carte, viene tollerato dalle guardie. Fondo roccioso in cui a fatica troviamo un sommo di 12 m che sprofonda poi ad oltre 20. Comunque l'assenza di vento e di onda ci lascia tranquilli: un bagnetto ci sta! Ed ecco che subito veniamo avvolti da branchi infiniti di occhiate di taglia "extra" e appena tentiamo qualche tuffo in parete, saraghi pazzeschi, reali e pizzuti grossi come vassoi, ci puntano cattivi, non per curiosità, ma dando l'impressione di volerci proprio scacciare dal loro territorio!

Filmiamo un pò il magnifico fondale e qualche nostro sgraziato tuffo, compreso qualche Anthyas al limite dei 13 mt, poi voglio pulire un pò l'elica leggermente incrostata dai denti di cane. Risalgo in plancetta, afferro il luccicante raschietto inox e mi rituffo, sempre con i soliti guanti neri, maschera da caccia, pinne lunghe mimetiche... non l'avessi mai fatto! Appena riemergo dal primo tentativo di pulizia, un gommone rosso, con due ragazzoni in divisa bianca mi è sulla testa... non so da dove sia arrivato in così breve tempo, fatto sta che le guardie sbraitano in francese, si agitano, mi indicano, sono decisamente incaxxate! Io non capisco una parola e rivolgo lo sguardo ad Ombretta che mi grida: "Le mani, vogliono veder le mani! Alzale!". Vista la mia tenuta e forse il luccichio del raschietto, forse avevano temuto che mi fossi tuffato a cacciar ricci o molluschi... io mimo il roteare dell'elica, cercando di fargli capire che volevo solo grattare un pò l'elica sporca. Grazie alla traduzione di Ombretta i due sembrano capire, ma mantengono un atteggiamento cattivissimo, nel lasciarci con un cenno del tipo: guai a voi se pensate di fare i furbi!

Questo serve a capire come viene gestito non un parco, ma anche solo una Riserva, in Corsica e più in generale in Francia... a breve avremo il tristissimo ed implacabile confronto diretto con un italico Parco Nazionale... :-(

Per concludere la giornata, nel pomeriggio ormeggiamo alla Girolata, ci rilassiamo un pò per gli esiti della lunga traversata e ci prepariamo psicologicamente per la cena a Le Bon Espoir, coi suoi raffinatissimi piatti di pesce, che se scelti nel menù a prezzo fisso, hanno un rapporto qualità/prezzo sbalorditivo considerandone l'originalità, la cura di realizzazione e composizione e i sapori travolgenti, che uniscono raffinatezza ed allo stesso tempo ricercatezza francese alla veracità e forza dell'Ile de la Beautè... in particolare la persillade de seiches, lascerà ricordi indelebili in memoria ed alito, per parecchio tempo! ;-)

 


Il giorno successivo, 2 agosto, ci trasferiamo a Porto Pollo: la necessità di raggiungere rapidamente l'Asinara, visto che nei prossimi giorni è previsto un forte maestrale, purtroppo non mi lascia il tempo di esplorare in pesca i bei fondali del Golfo della Girolata.


Giunti a Porto Pollo, nell'abituale rada della Plage du Taravo, scontiamo un'altra dose di sfortuna... Poco prima di raggiungere il punto di ancoraggio un grosso yacht planante ci taglia brutalmente la rotta da sinistra: proprio davanti alla notra prua mette a tutto gas! Non ho il tempo di far nulla: la barca picchia nella prima onda, si solleva in maniera impressionante e poi affonda nel cavo, impuntandosi "sotto" la seconda ripidissima onda!!! E il boccaporto della cuccetta di prua, viste le condizioni tranquille, è aperto di pochi cm... morale, la cuccetta di prua è inondata d'acqua di mare! Per fortuna dormiamo a poppa, destinando la prua a "ripostiglio" perchè tutto, borsoni, canne da pesca, materassi, paglioli, sentina etc. è inzuppato di sale! Ombretta, parecchio demoralizzata ed innervosita avrà il suo bel daffare a cercare di limitare i danni, viste anche le nostre esigue scorte d'acqua dolce... Le mie urla e maledizioni contro il collione demente invadono il golfo di Propriano!!!

A seguire l'ormeggio, che pareva perfetto per punto scelto e coordinatissima esecuzione tra me al timone ed Ombretta all'ancora, è da rifare! Al mio solito controllo in acqua (non dormo mai in rada se prima non mi son tuffato con la maschera a verificare la perfetta collocazione di catena ed ancora, non mi fido mai della sola prova di tenuta in retromarcia anche se eseguita al massimo dei giri motore...), noto che la Delta non è sepolta come dovrebbe ma ha solo agganciato un grosso tondino di ferro che inspiegabilmente sporge dalla sabbia!  Tutto da rifare, chiedo ad Ombretta di dare un pò di marcia avanti per allentare la trazione, libero l'ancora e risalgo per rifare la manovra poco lontano ma a distanza di sicurezza da quel tondino infido.

Non fosse che a questo punto, i contatti del comando flessibile del salpa ancora fanno le bizze... e Ombretta, cercando di assestare la presa, rimedia anche una piccola scossa! Solo pochi giorni prima ad Aregai tutto era perfetto, ora, forse complice l'immersione di mezza barca sott'acqua, qualche contatto è partito. Coi fidati spray pulisci contatti e attrezzi vari, smonto entrambe le connessioni, maschio e femmina ed in effetti le trovo in pessimo stato... ci perdo parecchio tempo: spazi esigui e lunghezza dei cavi risicatissima, rendon difficile un intervento altrimenti balane. Come sempre in barca! Alla fine, funzionalità ripristinata e tranquillità di aver rifatto il contatto su del rame in ottimo stato. ;-)

A questo punto, devo scendere a terra all'adiacente campeggio, per recuperare una tanica d'acqua dolce: le pulizie in cuccetta di prua ce ne hanno richiesta parecchia e nei prossimi giorni saremo bloccati dal maestrale all'Asinara, alla boa e senza possibilità di far scorta idrica. L'aperitivo successivo aiuta a sciogliere un pò la tensione creata dai vari disguidi. :-)


Dopo cena, rapida consultazione di rito via cell dei bollettini meteo, a partire dalla preziosa pagina testuale che riassume gli avvisi di Meteofrance, predisposta dall'amico Roberto Minoia a questo link www.veleggiando.it/mobile  appositamente per la navigazione via cellulare e dall'estero. Per finire con le carte di onde e vento, del local model LaMMa Toscana http://www.lamma.rete.toscana.it/ww3/index.html . Previsioni concordi: per domani vento da N, massimo 16 nodi con circa mezzo metro d'onda. Poi i giorni successivi, dovrebbe entrare il maestralone. Programmiamo tranquilli e sicuri la traversata per la mattina successiva...

Di buon ora lasciamo gli ormeggi, con la coperta della barca ben umida... notti freschine quest'anno! Appena fuori dal golfo di Propriano ecco un pò di arietta al traverso, il cielo è un pò grigio, il sole assai stentato, ma si naviga bene. Per mantenere la massima media possibile, oltre alle vele, lascio il motore acceso, ma a bassi giri. La barca stracarica infatti con questa arietta non ancora decisa, non sviluppa il massimo della sua velocità. Il venticello ad un certo punto passa deciso i 10 nodi, perfetto, come da previsioni! :-D

Verso le 9, come da accordi, chiamo per telefono la cooperativa Cormorano che gestisce le boe dell'Asinara, per confermare il nostro arrivo nel pomeriggio, a Cala del Bianco. Tutto regolare, boa prenotata e quota relativa pagata via carta di credito...

Ma ecco che dopo una dozzina di miglia, lasciato ogni ridosso della Corsica, il vento non solo non proviene da N ma prende una netta componente da O-NO, in pratica l'apparente ci si piazza tra la bolina e la bolina larga (ettepareva....), ma soprattutto rinforza regolare ma costante: raggiunge i 15-16 nodi previsti, poi li passa, arriva a 20... muove una discreta onda viva e corta, parecchio fastidiosa! Moby Dick però naviga bene, anzi benissimo, il cielo si è rasserenato, la capottona ci permette di stare ben riparati, mentre Simbad timona meravigliosamente. Decidiamo di proseguire, la progressione del vento non è rapidissima, speriamo abbia una componente termica e non sia solo di gradiente!

Ci troviamo a metà traversata con 25-30 nodi di bolina larga e un'onda ora formata, più ampia ma anche più alta, tra il mascone ed il traverso. Il timone automatico Simrad TP22 mi meraviglia sempre più per come non perde un grado, tenendo perfettamente il ritmo delle masse d'acqua che ci passano con forza sotto la carena! Anche se ormai viaggiamo con randa ridotta di due mani e fiocco in parte rollato, vedo che la barra rimane quasi al centro, segno che la barca è equilibrata. La velocità al GPS è entusiasmante! 6 nodi spesso abbondanti. Ma purtroppo, ancora, solo a patto di riaccendere il motore con la marcia ingranata, pur se al minimo... :-( solo a vela infatti, il vento in prua e le onde che a volte sembrano raggiungere e superare i 2 m, ci rompono il passo, arrivando quasi a fermare la barca. Che è regolarmente investita da botte d'acqua che scorron via rapidissime e nebulizzate, su tuga e passa-avanti. Paghiamo lo scotto delle vele vecchiotte e spanciate, inefficaci con un vento sostenuto, capaci solo di sbandare troppo la barca. E riducendole, viene a mancare la spinta per tenere una media decente. Siamo comunque tranquilli, Moby Dick pare inarrestabile, salda e sicura in mezzo a questo mare, in cui nessuno ci fa compagnia. Solo vento forte, onde decise, blu e bianco tutto attorno a noi. Obiettivamente, da dietro la capottina tutto pare facile, ma basta accennare a sporgersi un attimo per comprendere come, senza questa copertura, una così lunga navigazione su un 30 piedi, in queste condizioni, sarebbe stata ingestibile per noi. All'orizzonte, solo un'altra vela sembra aver come meta la lontana Asinara: paga la maggior superficie bianca esposta, con uno sbandamento poco rassicurante...

Quando stiamo per raggiungere il ridosso di Punta dello Scorno il maestrale ha raggiunto livelli di guardia per noi, le onde si son fatte decisamente temibili nell'ultima mezz'ora! Ci sollevano con una forza poco rassicurante e a fatica il timone tiene la rotta. Qualcuna frange malamente con una lunga strisciata di schiuma e un sordo fragore, per fortuna mai addosso allo scafo!

Ma ecco che il vento sente il ridosso! Se inizialmente accelera e gira leggermente verso N, seguendo il capo, poi si fa rafficato, scendendo dalle sommità dell'isola, finalmente raggiunta. Ma soprattutto, spariscono rapidamente i frangenti e le onde diminuiscono di altezza.

Ora ci aspetta il sorpresone, perchè al nostro arrivo abbastanza stanchi e stravolti a Cala del Bianco - dove ci attendono dal giorno prima gli equipaggi del Bavaria 40 "Archimede" e del Dufour 385 "White Passion" dirimpettai di banchina ad Aregai - troviamo la classica paradossale italica situazione: tutte le boe occupate! E tutti gli occupanti che spergiurano (facce di deretano...) di aver prenotato e pagato il posto! Inutile dire che mentre manovriamo nella baietta, tra boe e barche, il buon ventone decide di rinforzare con raffiche notevoli... L'amico Alessandro con la moglie Erica, ci vengono incontro col tender, telefonando nel frattempo ai gestori delle boe. Sconfortante la risposta: "si, in effetti noi non possiamo controllare in continuo al situazione, può accadere che qualcuno occupi le boe senza averne diritto...". Si, però intanto la mia carta è stata alleggrita e io non ho l'ormeggio, mentre il solito presunto "furbo" in realtà meschino essere piccolo piccolo, è beato e sicuro all'ormeggio, senza aver speso un centesimo... E sapendo che all'italiana, nessuno mai gli chiederà conto per questo suo comportamento truffaldino. Poi vorremmo anche intravvedere un futuro positivo in questo paese di Pucinella!!!

La soluzione dei gestori è parimenti misera, avvallando il comportamento dei disonesti, invece di bastonarli, aggiungendo violazioni a violazioni: ormeggiatevi alla boa dei barconi turistici - normalmente vietata - per la notte, poi domani si vedrà. Per chi sa quanto io sia fissato col concetto stesso del rispetto delle regole, in nome del comune vivere in società, può capire quanto questa gestione "levantina" e terzomondista mi lasci sconcertato... :-(

Comunque non è finita, perchè appena assicurati gli ormeggi alla grossa boa, e constatata l'incredibile quantità di vespe che assaltano le barche in rada, ci godiamo una furiosa lite che vede coinvolta una delle due barche di allegri e cazzoni charteristi (parliamo di una società nota dell'estremo ponente...), due barche che avevamo sentito in precedenza per VHF. Una già alla boa, richiama la seconda: "massì, c'è un posto libero, se arrivate in fretta vi mettete li e via!" Posto che era stato liberato poco prima da un grosso gommone con 2 strapotenti fuoribordo. Non fosse che poco dopo il gommonazzo ritorna ed aggredisce verbalmente i charteristi, esigendo il "suo" posto. La motivazione è epica: "Son 20 anni che vengo qua e so bene come funziona!" Purtroppo il cafonauta urlante dimentica o non sa che fino al 1999 chiunque si fosse avvicinato all'isola, carcere di massima sicurezza, sarebbe stato preso a raffiche di mitra! E soprattutto che fino ad un paio d'anni prima, l'accesso alle boe era assolutamente vietato alle barche a motore... I charteristi spergiurano di aver prenotato 2 boe, il cafonauta spergiura di aver prenotato la "sua" boa...Comunque, è sempre strabiliante vedere l'italiota faccia tosta (per non dir di "sterco") con cui il bue da del cornuto all'asino! L'unica certezza è che IO ho davvero prenotato e PAGATO la boa e mi ritrovo senza posto, su un corpo morto che dovrebbe esser vietato! L'emblema di come vanno le cose nel nostro paese... a voler rispettare le regole!

Noi ci consoliamo con un bagno, in un'acqua gelida, per scoprire che l'avvertenza precedente di un amico è tristemente vera: Simone, non aspettarti di veder pesci all'Asinara!


PERMETTETEMI ORA QUALCHE RIGO POLEMICO CHE VI  PREGO DI LEGGERE PER CONOSCERE, PER SAPERE!!!

Da quando hanno istituito il parco, i professionisti, regolarmente autorizzati, hanno sterminato tutto! E non dico con che pena vedo in acqua solo qualche "piccolissima" occhiata e alcuni saraghetti di dimensione infima, fuggire di gran carriera!
I nostri grandiosi politicanti, hanno infatti deciso che salvo nelle zone A, a tutela integrale, i professionisti possono pescare, in nome del tanto propagandato "Pescaturismo", della tutela delle tradizioni e dei posti di lavoro, anche nelle zone di mare protette. Protette da tutti, ad esempio noi non potevamo manco accendere il motorino del tender, ma non dalla devastazione delle numerosissime reti in loco e dalle licenze concesse a certi pescatori, inquadrati come professionisti del pescaturismo e quindi autorizzati a prelevare a go go.
Ecco il motivo dei fondali dall'acqua splendida ma deserti!
Tanto, i normali turisti, certe cose non le sanno e se anche fanno snorkeling, già solo a veder quei due miseri pescetti, in quel mare blu ed azzurro irrealmente bello, si esaltano!
Poi ci sono le trasmissioni farsa, come Linea Blu e Pianeta Mare ad indorare la pillola e a far accettare le reti, la distruzione legalizzata e sovvenzionata (di tasca nostra!) e il Pescaturismo!
Intanto la Goletta Verde, altro esempio delle inspiegabili italiche contraddizioni, incorcia in zona, passando e ripassando a Cala D'Oliva, sicuramente esaltando il parco ed il mare circostante! Il blu è bellissimo, unico! Come non gioirne? Come non voler autorizzare le reti ed i puzzolenti e fumanti diesel di quel grosso pescherecchio che può fare quello che vuole, a fianco del connivente silenzio della verdastra goletta?!?
Quello è giusto, è concesso, anzi è abbondantemente finanziato a fondo perduto!
Ah, che differenza con quelle terribili ma coerenti guardie corse alla Scandola! La, non c'è nessuna bandiera politica, nessuno schieramento tanto incompetente quanto falso, a voler pretende di esser l'unico, traditore, inutile rappresentante della Natura. La, c'è solo una gestione della risorsa naturale seria, concreta, mirata al solo fine della TUTELA.
Un sogno irrealizzabile nel Belpaese...
POLEMICA, O MEGLIO, DENUNCIA CHIUSA, PER ORA... solo non vorrei che in molti pensassero che nei nostri parchi marini le cose funzionassero davvero!


Durante il bagnetto, saliamo a bordo di Archimede per salutare gli amici e riceviamo l'invito per la cena a bordo di White Passion. Cena anticipata da un ricchissimo apertitivo innaffiato dal Pastiss, e che sarà gustosissima, oltre che condita da una fantastica compagnia! Il dopocena scorre pericolosamente veloce, tra digestivi ed amene chiacchiere, col mare e barche come amati protagonisti. Da tanto tempo sognavamo le ferie assieme a questi due grandi equipaggi! L'anno scorso, a Campomoro, l'assaggio. Ora, non ci par quasi vero di esserci ricongiunti così lontani dal nostro porto di riferimento.

A maggior ragione per noi, che oggi abbiamo toccato il punto per ora più a sud, mai raggiunto nelle nostre navigazioni! :-D

Notte piacevole, non fosse altro per il vento, ad un certo punto crollato, permettendo alla barca di urtare ripetutamente e rumorosamente con la prua contro la rigida boa... che tormento!

Il 4 agosto vede la partenza dei nostri amici, alla volta della spiaggia della Pelosa, ma non prima di averci donato con estrema cortesia, diverse taniche d'acqua, vista l'abbondante scorta dei loro serbatoi, ben diversa dai 60-70 lt che il nostro sacco morbido riesce a contenere nella più rosea situazione.

     
Ne approfittiamo per occupare "regolarmente" la boa lasciata libera da Archimede, ottima perchè sufficientemente inserita nella baia e quindi in parte ridossata dalle raffiche peggiori e più vicina in caso di atterraggio col tenderino che, non dimentichiamolo, da regolamento va effettuato esclusivamente a remi! Infatti poco dopo decidiamo di visitare Cala d'Oliva, quindi mi smazzo la faticosa remata fino al fondo dell'insenatura, rigorosamente controvento! E' con un forte senso di incomprensione che, giunti sulla terraferma, constatiamo il continuo via vai della camionetta dei Forestali, che di certo non ha filtri antiparticolato, motori di ultima generazione e quant'altro... cosa avrà da fare di tanto importante nel perlustrare un'isola ad accesso regolamentato "a monte"?!? Forse tener puliti i litorali?!? Direi proprio di no, viste certe deplorevoli immagini che ci hanno accolto come benvenuto sull'isola... :-( Forse interpretano alla lettera il regolamento: "vietato asportare alcunchè dai litorali....". Siamo sicuri che la rumenta sia compresa e quindi da lasciare in bella mostra?!? Eh, i parchi italioti!!!! :-/ Fatto sta che il primo "equino" avvistato non è un mitico asinello, bensì spazzatura...

     

Comunque, solite contraddizioni a parte, il resto della visita si dimostra stupendo! Flora estasiante, semplicemente un sogno per un botanico, fauna che meriterebbe ben altri tempi e ben altre escursioni,

     
     

paesaggi mozzafiato, mare di un colore indescrivibile, semplicemente irreale. In una sola parola: un sogno!



Nell'agglomerato di Cala d'Oliva si sente quel misto di abbandono decadente unito alla volontà di recuperare, pian piano ed oculatamente, qualcosa.


    

Arriviamo al cimitero, da li ci godiamo un bel peschereccio in azione (tant'è...),



poi ecco l'ostello. Ci si potrebbe pure fermare a pranzo o cena, ci hanno garantito che è un'esperienza meritevole. Ma preferiamo la conosciuta accoglienza della nostra Moby Dick che ci attende in rada, riconoscibile con l'onnipresente tendalino...




la camminata sulle strade dell'agglomerato e lungo costa è piacevolissima: nonostante il sole impietoso, il vento onnipresente attenua l'oppressione del termometro e il paesaggio distrae i pensieri, attirando tutta l'attenzione su di se.

     
Tornati alla barca, ci dedichiamo al solito relax: letture, ozio, pisolini, sempre ben attenti alle instancabili ed infinite vespe, che seppur pacifiche, molto più di quelle nostrane (fortunatamente non pungono nemmeno a scacciarle in malo modo), risultano comunque l'unico fattore negativo della nostra permanenza (ovviamente pescherecci e fondali deserti a parte...): sono infatti talmente tante e talmente insistenti nel loro esplorare, che Ombretta, appisoccata al sole, non si accorge di averne una sotto un braccio. Un movimento nel sonno, la vespa si trova compressa tra braccio e busto ed irritata le rifila una bella puntura! Mangiare all'aperto poi, risulta in certi momenti impossibile e pure sotto coperta, l'assedio degli imenotteri è davvero eccessivo... bisogna stare COSTANTEMENTE attenti a non averne addosso e a non schiacciarle involontariamente! Insomma, uno stress!
Verso sera, bagnetto di rito, aperitivo altrettanto immancabile e per i più meditabondi a bordo, contemplazione del mare...

     

La giornata successiva, giovedì 5 agosto, il maestrale rinforza e ci blocca in barca tutto il giorno. Per l'ennesima volta dobbiamo ringraziare l'enorme e sgraziata cappottona che ci consente di stare ben riparati in pozzetto, quasi come se le fortissime raffiche non ci fossero.

     

To Be Continued...


Prossima meta: Porto Torres e la rada della Pelosa


Capt. Simon, Ombretta & Zarina


2 commenti:

  1. Bel diario, complimenti.
    La notizia che si possa fare pesca subacquea all'Asinara, sia pur da 'professionista', e' da denuncia!
    BV
    francesco

    RispondiElimina
  2. Io stesso, da pescatore in apnea ultra rispettoso dei limiti (anzi me ne auto impongo di ben più restrittivi di quelli di legge) mi indigno per cose del genere!
    Tuttavia, capisco che il fattos tesso di chiamarsi "cacciatori" subacquei è un brutto affare ma il peggio è altro...
    La vergogna è l'accesso della pesca PROFESSIONALE autorizzata, in generale!
    Quanto meno, il pescatore "professinista" in apnea (che per me proprio NON dovrebbe esistere!), farà delle belle stragi, alla faccia della tutela ecologica, ma almeno non sprecherà nulla.
    Il normale vacanziero non ha idea invece dello scempio fatto ad esempio dallo strascico, col suo bel 70% di scarto ributtato MORTO in mare!
    Anche i ben più poetici tramagli non scherzano...
    Qualche anno di gattabuia per chi ha avvallato certe cose nelle zone marine protette, non farebbe poi così male! :-(

    RispondiElimina